In un mondo globalizzato e competitivo come quello di oggi, un ruolo fondamentale per non farsi schiacciare dalla concorrenza e per un possibile rilancio dell’economia italiana lo ricopre senza dubbio la cosiddetta “cultura d’impresa”. Dare però una definizione precisa alla cultura d’impresa non è facile.
Cos’è la cultura d’impresa
Per capire cosa sia la cultura d’impresa, termine frequentemente utilizzato da imprenditori, giornalisti e studiosi, ma non sempre chiaro nel suo significato, è utile consultare una ricerca di alcuni anni fa – ma che conserva tuttora la sua validità – commissionata da Confindustria e realizzata da GFK Eurisko. Lo studio ha preso in esame un campione di associati alla confederazione degli industriali, di piccoli e medi imprenditori e di comuni cittadini.
Il significato di “cultura d’impresa” è risultato essere diverso a seconda dei soggetti intervistati. Per gli imprenditori, infatti, significa “creatività, innovazione e responsabilità, capacità di integrarsi in modo consapevole nel sistema economico-sociale, capacità di farsi carico di obiettivi altri oltre al profitto”. Invece, secondo gran parte della società civile, la cultura d’impresa ha a che fare con la responsabilità, la trasparenza e l’onestà.
Imprenditori e società civile hanno risposto diversamente anche riguardo a ciò che fa crescere la cultura d’impresa. Per gli imprenditori a permettere la crescita della CDI sarebbero le persone, la ricerca e l’innovazione; mentre secondo i comuni cittadini sarebbero la passione e le motivazioni.
La cultura d’impresa, secondo la ricerca, è ritenuta fondamentale per la maggior parte degli industriali, mentre solo il 43% dei piccoli e medi imprenditori sa di cosa si parla, e nel caso dei comuni cittadini questa percentuale scende al 38%.
Industriali, piccoli e medi imprenditori e società civile sono però concordi principalmente su due cose:
- La prima: in Italia manca un’adeguata cultura d’impresa.
- La seconda: la CDI trova importanti freni nell’illegalità diffusa in molte attività economiche del nostro Paese, nella paura del cambiamento, nell’insufficienza di infrastrutture e nell’incapacità della classe politica di portare avanti le riforme.
Come far crescere la cultura d’impresa
La cultura d’impresa, secondo tutti gli intervistati, dovrebbe crescere tra i partiti, nella politica, nella pubblica amministrazione e più in generale in tutto il sistema economico del nostro Paese. Per farlo c’è bisogno di favorire la formazione, di accrescere la collaborazione delle imprese con i centri di ricerca, di un’università che contribuisca a promuovere la cultura d’impresa, ma anche di promuovere l’innovazione e la cultura professionale, di ridurre la burocrazia, di sviluppare un’etica negli affari, di promuovere la cultura del merito e di eliminare gli intrecci perversi con la politica.
La cultura d’impresa deve concentrarsi sullo sviluppo dell’azienda, del territorio e del Paese in cui si opera, ma anche delle risorse umane e del mercato del lavoro. Secondo tutti gli intervistati c’è bisogno di imprese che guardano al futuro con una mentalità nuova, valorizzando il più possibile e comunicando meglio l’identità e i valori delle imprese, dando il massimo nel proprio lavoro e puntando sui giovani e sulle università.
La valorizzazione delle risorse umane
Tra i valori espressione della cultura d’impresa non c’è solo il profitto, ma anche la capacità di integrarsi nel sistema economico e sociale all’interno del quale si opera, la capacità di innovare processi e prodotti, la creatività, il rispetto per i consumatori e per l’ambiente. Tutto questo ruota intorno alle persone, alla loro passione, al loro entusiasmo, alla loro esperienza e alla loro competenza.
In senso più ampio possiamo definire la cultura d’impresa come la capacità di favorire non solo il profitto e l’innovazione del sistema sociale ed economico, ma anche e soprattutto lo sviluppo socio-culturale e umano.
La formazione comportamentale
In questo contesto quindi assume un ruolo fondamentale e imprescindibile la formazione comportamentale, intesa come strumento per aiutare le risorse umane a innovare le imprese. Essa può infatti sviluppare nel capitale umano competenze di tipo sociale indispensabili per il benessere e l’integrazione non solo nel proprio ambiente di lavoro ma anche e soprattutto nel rapporto con i clienti.
Le soft skills
Sono parte integrante della formazione comportamentale le cosiddette soft skills (o competenze trasversali), ovvero tutte quelle abilità di carattere cognitivo, sociale, emotivo e relazionale, che consentono di rapportarsi efficacemente con gli altri e di affrontare al meglio le esigenze e i cambiamenti che quotidianamente si prospettano.
Queste abilità oggi sono considerate strumenti indispensabili per affrontare qualsiasi scenario lavorativo nel migliore dei modi e c’è chi dice che sarà il fattore umano che farà davvero la differenza per la competitività delle aziende nei prossimi anni.
Al centro… il capitale umano
Come per tutte le imprese, anche il futuro delle agenzie assicurative sembra non poter fare a meno di una cultura d’impresa che metta al centro non solo il profitto ma anche il capitale umano.
Per poter sostenere le sfide del futuro ogni agenzia dovrebbe creare un proprio modello di cultura d’impresa, mettendo in discussione i propri modelli imprenditoriali e aiutando le risorse umane a crescere e a migliorare il proprio modo di relazionarsi con i colleghi di lavoro e con i clienti.
Le soft skills e la formazione comportamentale diventano quindi attori fondamentali di questo processo.
Migliora la qualità dei rapporti interpersonali grazie a Uniarea
Uniarea ti offre corsi di formazione specifici per valorizzare i tuoi dipendenti e migliorare la gestione delle risorse umane. Grazie ai corsi Uniarea tu e i tuoi colleghi potrete gestire al meglio i rapporti interpersonali non solo all’interno dell’Agenzia ma anche e soprattutto con i clienti, con una conseguente maggiore soddisfazione degli assicurati e un miglioramento dei risultati economici della tua agenzia. Ecco alcuni dei corsi organizzati da Uniarea.
I corsi in materia di vendita e marketing Uniarea
- Corso MiniMaster Insurance Selling, dedicato a tutti coloro che, nell’ambito dell’Agenzia, interagiscono con i clienti durante un qualsiasi processo Agenziale;
- Corsi di “Vendita Assicurativa” e “Telemarketing e Email Marketing Agenziale” per presentare al meglio i prodotti UnipoSai dopo aver analizzato i bisogni del cliente;
- Corso “Piano Azioni” che permetterà agli agenti di sviluppare e controllare i processi per raggiungere gli obiettivi scelti in funzione della strategia di Marketing dell’Agenzia;
- Corsi di “Welfare”, dedicati all’attuale sistema normativo previdenziale e ai sistemi di previsione pensionistica, e quelli focalizzati sulle scoperture del sistema previdenziale pubblico (Inps e Inail).
I corsi in materia di gestione risorse umane uniarea
- “Master Human Resource Specialist” di 5 moduli dedicato all’utilizzo delle più innovative tecniche di Programmazione Neuro Linguistica applicate alla gestione delle Risorse Umane e la sua versione “Mini” di 3 moduli più focalizzato sulla Formazione in Agenzia, la Comunicazione Efficace, il Coaching per i Collaboratori;
- “MiniMaster Comunicazione Efficace” per essere fortemente persuasivi attraverso la comunicazione;
- Corso di “Formazione Efficace in Agenzia e la Gestione delle Riunioni per un’ottimale Comunicazione con i Collaboratori ed i Clienti” per gestire al meglio la comunicazione quando ci si trova davanti a più interlocutori;
- Corso di “Strategie di Comunicazione Efficace” per essere in grado di comprendere ed essere compresi al meglio dai propri interlocutori;
- “Coaching per i Collaboratori”, corso dedicato al coaching, ovvero un incontro individuale tra il coach (Agente e/o responsabile risorse umane) e il coachee (collaboratore);
- Corso di “Negoziazione e Selezione”, dedicato agli Agenti, Procuratori d’Agenzia e ai Responsabili delle Risorse Umane per essere in grado di gestire il processo di selezione e quello di negoziazione.